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GIULIANINA ZOPPIS, giornalista, co-fondatrice con Clara Mantica di “Best Up, bello equo sostenibile, circuito per la promozione dell’abitare sostenibile”,
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una associazione che sottolinea la necessità di unire la cultura dell’equità e della sostenibilità con l’estetica, la creatività e gli stili di vita, ha illustrato le prossime iniziative dell’associazione. Best up si occupa di design, pensa che il design non può vivere in un mondo auto-referenziato ma deve contribuire alla costruzione dell’abitare sostenibile, sia esso privato o pubblico, domestico o urbano. Best Up presenta al salone 2009 la campagna “+ life cycle design – co2: a che punto sei?” per la promozione e la diffusione – presso i professionisti, le scuole e le imprese- dell’LCD, design consapevole e socialmente responsabile che affronta i progetti dal punto di vista del ciclo di vita di un prodotto, per ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente di prodotti e servizi. Questo è un punto importante che ha sottolineato Giuliana, oggi molti parlano di sostenibilità, ma è necessario riferirsi a qualcosa di concreto e lo studio del “ciclo di vita di un prodotto” è quanto permette di avere criteri precisi.
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Durante il Salone, alla Fabbrica del Vapore, in Via procaccini 4, Best Up presenta i contributi e le esperienze che valorizzano il lavoro di chi opera nella direzione dello sviluppo sostenibile, offre-tramite appuntamenti- la possibilità di incontrare esperti per consulenze e incontri su Life cycle asseistment e Lca, report socio ambientali, e espone i risultati del workshop del Politecnico di Milano per il nuovo simbolo per il LCD. (Nel loro sito informazioni dettagliate delle iniziative). Giuliana ha invitato chi era presente a iscriversi al data base di Best Up ” circuito per la promozione dell’abitare sostenibile”, l’iscrizione è gratuita, una iniziativa generosa che mette in rete le persone che si occupano di sostenibilità, un utile punto di riferimento.
Grazie Giuliana per la tua amicizia stimolante, per l’esempio di un modo concreto di procedere verso la sostenibilità che potrebbe essere applicato anche al tema del verde urbano.
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JADER TOLJIA, medico, psicoterapeuta, ricercatore, docente al Politecnico, ci ha introdotto agli effetti che il paesaggio naturale suscita nei nostri stati di coscienza e, da questo punto di vista neurologico, ci ha spiegato l’importanza che riveste per il nostro benessere psico-fisico. Noi siamo condizionati dallo spazio in cui ci troviamo. La presenza di spazi verdi armonici all’interno delle città stimola la parte intuitiva del nostro cervello, ci permette di essere più centrati e creativi. Jader ci ha mostrato il risultato delle ricerche condotte con gli studenti durante i suoi corsi in Domus Accademy e in varie università internazionali, ci ha guidato in un percorso percettivo che è stato estremamente interessante, ci ha dimostrato tangibilmente come spazi diversi provochino stati di coscienza differenti che si manifestano in progettualità dofferenti.
Grazie Jader per l’approccio scientifico con cui hai mostrato l’importanza che riveste per noi il paesaggio verde urbano
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ELISABETTA TONALI, architetto paesaggista, consulente ambientale, ci ha raccontato quanto sia importante e redditizia una comunicazione informata, paziente e precisa per innescare processi di sostenibilità lavorando sia con i privati sia in progetti di tutela del territorio e del paesaggio. Elisabetta è architetto con una specializzazione in architettura del paesaggio conseguita in Scozia. Ha ricordato: “lavorare con le piante è lavorare con qualcosa di vivo, qualcosa in movimento, che tra un anno sarà diverso da oggi e che ha bisogno di cure”. Elisabetta quando progetta per i Comuni spesso si scontra con visioni pratiche ma riduttive del paesaggio. Gli ammnistratori chiedono: “piante sempre verdi, che non perdano foglie, che non sporchino, che non abbiano bisogno di manutenzione, punto. Però con pazienza e con una informazione documentata è possibile allargare questa visione . Molti no iniziali con spiegazioni gentili possono cambiare. La stessa cosa succede con i privati. Bisogna avere molta pazienza, parlare, spiegare l’utilità di scelte sostenibli, di risparmio energetico, di materiali ecologici, se offri spiegazioni informate le persone ti seguono”. Elisabetta propone nell’architettura materiali naturali, sostenibili e vivi: “Di una casa non mi interessa solo l’aspetto ma come è costruita, che sensazioni fisiche e psicologiche dà, e queste sono molto differenti se i materiali sono naturali, piacevoli al tatto, traspiranti, sani. Quello che mi appasiona è anche la collaborazione con colleghi e esperti di altre discipline, lavoro con un geopatologo per valutare l’energia dello spazio dove devo intervenire e con un esperto di vastu per l’armonia, il genius loci, cerco una progettualità legata ai luoghi e agli uomini”. Tra le piante Elisabetta ama partcolarmente le querce, piantarle, data la loro lenta crescita è un dono alle generazioni future, è progettare qualcosa che va al di là della propria vita.
Grazie Elisabetta per le tue parole chiavi: fornire in modo gentile informazione documentata.